venerdì 7 ottobre 2016

Nemmeno Steve Jobs

Qualche giorno fa, all'uscita di scuola, mentre i miei figli giocavano insieme agli altri bambini, mi sono avvicinata senza farmi vedere. Volevo capire come fossero le dinamiche tra di loro. 
Ormai L. e F. è il secondo anno che frequentano la stessa scuola, in classi diverse certo, ma essendo la scuola molto piccola tutti i bambini conoscono tutti, soprattutto i fratelli e le sorelle dei compagni. 
Così erano tutti lì che giocavano: alcuni di seconda e alcuni di terza. 
Mio figlio F. si era allontanato un attimo per prendere una cosa. 
Appena tornato, P., una sua compagna, gli dice: "ah bene che sei qui! Allora: tu sei in squadra con tua sorella!" 
Lui dice ok e va  a sistemarsi dalla parte di L.
E iniziano tutti a giocare.  Un gruppetto di dieci scugnizzi felici! 
Tutto è successo nella tranquillità più assoluta. 
Per la bambina mio figlio è evidentemente una femmina. e per EVIDENTEmente intendo proprio EVIDENTEmente.
"Evidente": che si riconosce per immediata percezione. Con la particella E che è un intensivo della parola che segue che viene da video-vedere.
Lei vede. 
Vede rosa. 
E vede femmina.
Del resto è solo l'applicazione della proprietà transitiva: se a=b e b=c allora a=c . Tradotta in: se il rosa = femmina e se L.= rosa allora L.= femmina. 

E' buffo vedere come ogni tanto qualche bambino fa un piccolo sforzo in più.   Sforzo che spesso si rivela essere più disastroso della mera proprietà transitiva. Nella fretta del gioco, infatti,  il tempo per il pensiero più articolato è pochissimo. Così ecco che esce un "Dai! Su, F., dì a tua sorella di prender la palla! Anzi no scusa volevo dire: dì a tua fratella….uffa insomma a lui…vabbè" e pure lì il gioco continua pacifico come nulla fosse. C'è però un bambino che è il più furbo. Ogni volta che si rivolge a mio figlio per complimentarsi gli grida "grandeeee!!!!" Ecco lui è il genio. Quello che nella vita ha capito tutto. 
Invidio e ammiro la naturalezza di tutti questi bimbi per i quali, del resto, di base resta il fatto che l'importante è giocare, chissene frega poi di chi è cosa.
Purtroppo però noi grandi inevitabilmente cadiamo nelle generalizzazioni perché, diciamocelo, semplificano la vita. Non è che tutte le volte possiamo farci dei panegirici per arrivare a un concetto. Così se una persona vede rosa il cervello si mette in modalità "sto interagendo con una femmina" Se vede blu….mmmmm ….se vede blu….non è mica tanto certo….allora scatta il piano b: lunghezza capelli? e se nemmeno il piano b funziona si passa al Basic: come ti chiami? Che sarebbe tanto semplice farlo con tutti e fine della festa!
Per i miei figli, ormai, è talmente la normalità che L. venga considerato femmina, che  non sprecano nemmeno più tempo a spiegarlo. Hanno capito che in fondo non ha importanza. Ognuno ha trovato il suo equilibrio: L. quando vede che viene preso per femmina senza cattiveria nè malizia non ci fa nemmeno caso; le persone, grandi e piccole, vedono rosa e non richiedono al cervello quel ragionamento in più per domandarsi perché il nome di L. sia da maschio. E F. solitamente segue il fratello: se è sereno, tutto va avanti senza pieghe, se invece vede che il fratello è scocciato lo difende e porta avanti la causa. 
Non credo che sia affatto facile sradicare tali stereotipi dalle nostre teste e certo non sto dicendo questo nulla di nuovo. Ma forse non sapete perchè non è cosí facile! E ora ve lo spiego: l'altro giorno ho aggiornato il mio iphone. Chi ce l'ha saprà che crea una cartella chiamata PERSONE nella quale automaticamente raggruppa le foto degli stessi visi, una cartella per faccia. Beh…indovinate un po'….Nel mio Iphone esiste adesso una cartella per me (con pochissime foto perché non mi piace farmi fotografare) e quattro cartelle per quattro figli. Mia figlia S., mio figlio F. e mio figlio L. versione femmina e mio figlio L. versione maschio!!!! 
Quindi il punto è uno: se Steve Jobs non ci è riuscito, questo è un segno che non è affatto un lavoro semplice!

4 commenti:

  1. Intervengo con una forse grezza ma sincera considerazione, priva di riferimenti o citazioni: ecco, guardiamo i bambini per "accettare" che tantissimi cosiddetti problemi in realtà non lo sono affatto, e che gli stessi andrebbero derubricati al livello delle banalità, del tipo: se una persona parla poco o troppo, se dorme meglio di giorno o di notte, se veste bene o male...insomma, neanche due minuti del nostro tempo..
    In fondo, se ci pensiamo, la faccenda veramente seria, ma anche assolutamente personale, non è (per tutti) "cosa mi sento (di essere)", ma piuttosto "cosa sento?"...E una volta datacisi risposta, sempre secondo me, avanza ben poco tempo per preoccuparsi di cosa sente chiunque altro, a meno che non si voglia condividere emozioni, e non giudicarle. Ascoltate questa canzone, apre il cuore.

    https://m.youtube.com/watch?v=sI66hcu9fIs#
    😊

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  2. Il fatto è che si reputano i bambini non in grado di intendere e di volere, non in grado di percepire.
    Sarò brutale ma sincero: a me i bambini non piacciono. Non mi ci sono mai trovato in sintonia, non riesco ad interagirci, mi viene l'ansia e mi sento come il gatto medio davanti ad una vasca da bagno che si riempie.
    Ho due nipoti, di cui uno quasi maggiorenne e non ho mai avuto grandi rapporti con loro, nonostante andiamo d'accordo ed abitino sotto di me.
    Finchè son stati "infanti" preferivo andare a far la spesa al posto di mia madre piuttosto che far da baby-sitter e vedermi ricoperto di richieste di giocare e di far parlare i pupazzi.

    Dall'altra parte, ho sempre teso a trattarli da "piccoli adulti", meno "uhhh la macchinina" e "gugù-gagà" e più "ma ti piace di più questo o quello?" aspettandomi una risposta sensata che...accipicchia! spesso arrivava.

    Se li si tratta da cretini fino ai 10 anni, non ci si può aspettare che mostrino la profondità della loro capacità di ragionamento.

    Quando iniziai la mia terapia ormonale, che mi avrebbe cambiato molto, a partire dalla barba, si è posto il problema di spiegare a loro, 6-7 anni fa, che cosa stesse per capitare.
    Passato qualche anno, quando gli effetti sarebbero stati evidenti e li avrebbero notati anche loro, bisognava spiegare il fatto che prima o poi sarei diventato "Christian" e che succedeva per un motivo specifico.
    Mia sorella mi pregò di chiedere alla mia psicoterapeuta come farlo al meglio e lei mi disse solo "nel modo più semplice e sincero possibile".

    C'era preoccupazione, soprattutto per via dell'influenzamento del "i bambiniiiihhhh povere animeh! Li CONFONDETEH!" che si sentiva nei vari programmi tv.

    Al che mia sorella ha seguito il consiglio della psicoterapeuta, già pronta a dover rispondere a chissà quante domande imbarazzanti.
    Risultato? Long story short gli ha detto "c'è chi nasce maschio e si sente maschio, c'è chi nasce femmina e si sente femmina. C'è però chi nasce maschio e si sente femmina e viceversa. Allora si prendono delle medicine e si fanno delle operazioni per mettere le cose a posto. Così "la zia" diventerà "lo zio"."

    Risposta? "Ah, ok. "
    Fine.
    Ma non "fine" perché si sono tenuti i dubbi. "Fine" perché per loro era chiaro così, come dire "c'è a chi piace il gelato al cioccolato, c'è a chi piace quello al limone. Se ti capita quello sbagliato lo cambi". Logico e ovvio. Chi vorrebbe tenersi un gelato che lo disgusta?

    Concludendo, i bigotti usano i bambini come scudo, accusando noi altri di fare ciò che fanno loro: usarli per la propria causa, influenzarli e renderli adulti bigotti a loro volta.

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  3. Non si tratta di "usare" i bambini, ma di "imparare" dalla loro fisiologica purezza a non creare falsi problemi.

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  4. Che ovviamente sono creati "dai grandi".

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